Gli insetti stanno scomparendo, le conseguenze per l’umanità!
Sun Boye Riis stava facendo una passeggiata in bicicletta con il figlio più piccolo […] quando improvvisamente si rese conto che mancava qualcosa […] stranamente non gli era finito in bocca nessun insetto. Questo è l’inizio dell’articolo che la rivista Internazionale ha dedicato alla drammatica riduzione degli insetti.
A volte si sente parlare de “l’effetto parabrezza”, altre volte di “armageddon ecologico” o di “sesta estinzione”, questi sono tutti fenomeni che vanno a descrivere le numerose rilevazioni fatte dai ricercatori sul crollo del numero degli insetti, inclusa la loro assenza dai parabrezza, e che hanno provocato la preoccupazione del mondo scientifico per l’importante impatto che essa avrà sull’equilibrio del mondo naturale, oltre che sulla società umana.
Nell’articolo, Broke Jarvis (l’autore) si domanda come sia possibile che qualcosa di così fondamentale come gli insetti stia scomparendo e che ne sarà del mondo senza di loro?
Alcuni degli scenari possibili, o meglio dire certi, vengono descritti proprio in questo articolo, vengono elencate le cause e le conseguenze di questo crollo biologico e si viene a scoprire che purtroppo nell’essere umano è intrinseca una forma di cecità: “il livello di degrado ambientale aumenta ad ogni generazione, ma ogni generazione considera quel livello la norma”.
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Il mondo degli insetti sta scomparendo sotto i nostri occhi e come viene detto nell’articolo non è una questione di nostalgia, ma una realtà preoccupante. Non si tratta del declino di una sola o qualche tipologia di insetti, ma di una cosa generalizzata e globale. Questa perdita può quindi influire sulla vita dell’intero pianeta, uomo compreso. Bisogna ricordarsi che gli insetti sono indispensabili impollinatori ed inestimabili riciclatori degli ecosistemi e si trovano spesso alla base della catena alimentare.
Questi animali sono minacciati dal cambiamento climatico, dal degrado degli habitat naturali, dall’utilizzo di pesticidi e diserbanti, dall’espansione continua dell’uomo, con la conseguente sparizione di prati, foreste ed un peggioramento del grado di biodiversità.
Ci stiamo avvicinando sempre più a quella che l’autore dell’articolo definisce l’era della solitudine, bisogna infatti pensare che nel momento in cui si perde la biodiversità, non stiamo perdendo solo diversità, ma anche “bio”, ovvero quantità di vita. Non possiamo e non dobbiamo quindi accontentarci di salvaguardare pochi esemplari, per mantenere in salute questo pianeta sarà necessaria una vera inversione di rotta.