L’importanza dell’impollinazione entomofila è oramai cosa certa, si stima infatti che in Europa l’85% delle colture coltivate benefici dell’impollinazione animale e che le api rappresentino gli impollinatori più significativi in termini di abbondanza ed importanza.
Ecco, quindi, che uno studio come quello svolto dal gruppo capitanato dal Dott. Bugin risulta essere di estrema utilità. Conoscere con esattezza, quanto siamo dipendenti dagli impollinatori, ci permetterà, infatti, di poter elaborare una miglior pianificazione dell’uso del suolo e del territorio.
Nell’articolo si legge che è stato utilizzato “l’indice di dipendenza media per ciascuno Stato membro” appartenente all’UE28 (Degree of average dependence index for each member State – ADIMS, che rappresenta la dipendenza media delle colture di quel paese dagli impollinatori), con gli obiettivi di verificare se vi fosse stata una differenza tra il periodo 2007-2013 e quello 2014-2019, in quanto relativi a due differenti Politiche Agricole Comuni (PAC), e quali colture avessero maggiormente influenzato l’indice stesso.
Molto rapidamente, tra il primo e il secondo periodo della PAC, non vengono mostrate significative variazioni dell’ADIMS, mettendo in luce che molto probabilmente le due Politiche non differissero molto tra di loro, almeno in termini di cambiamenti sul breve periodo.
L’indice AIDMS ha poi messo in luce l’esistenza di tre tipi di agricoltura in UE: 1) un’agricoltura dell’Europa orientale, caratterizzata da un livello elevato di ADIMS, 2) un’agricoltura mediterranea, con livelli AIDMS inferiori ed infine 3) un’agricoltura continentale, caratterizzata dal livello ADIMS più basso. Questi risultati sono sicuramente influenzati da quelle che sono le colture più coltivate nei diversi territori europei, la prima categoria è per esempio contraddistinta dalla coltivazione di colture oleaginose, quella mediterranea (seconda categoria) vede un uso più eterogeneo delle colture, con diversi gradi di dipendenza dall’impollinazione animale, ed infine l’agricoltura continentale è caratterizzata da una diffusa coltivazione di cereali, aventi un’impollinazione anemofila e/o l’autoimpollinazione.
Nel complesso i dati analizzati dimostrano che l’agricoltura dell’UE è dominata da colture che non dipendono dall’impollinazione entomofila, questo però non dev’essere percepito come una declassazione dell’importanza degli impollinatori, i quali, come sappiamo, svolgono un ruolo fondamentale anche negli agroecosistemi.
Come sottolineato nell’articolo, alcuni studi hanno inoltre dimostrato il valore delle api selvatiche, permettendo, in alcune specie, una migliore allegagione e qualità dei frutti, ecco quindi la necessità di un approccio olistico nella conservazione di questi insetti.
È evidente che il servizio ecosistemico dell’impollinazione dovrebbe essere parte integrante sia delle politiche di conservazione dell’ambiente naturale che di quelle di gestione dell’agroecosistema.
Si condivide pertanto, l’osservazione dei ricercatori relativamente all’efficienza della PAC, per cui una gestione sostenibile dell’agroecosistema sarà possibile solo se in futuro la PAC considererà anche le esigenze degli impollinatori, quantificando la disponibilità spaziale e temporale di cibo (polline e nettare) fornita sia dalle aree coltivate sia da quelle incolte, al fine anche di offrire punti di riproduzione e nidificazione.
Nonostante l’ADIMS promuova questi obiettivi, non tenendo conto per nulla degli elementi naturali, risulta essere un indice miope ed incompleto. Per diventare un utile strumento di programmazione, l’ADIMS dovrà essere integrato con altri indici, proprio al fine di quantificare il grado di intensificazione delle colture, con particolare attenzione all’uso di pesticidi e alle risorse alimentari fornite agli impollinatori, anche dalle colture extra-agricole.
Solo dopo aver sviluppato un ADIMS “integrato”, sarà quindi possibile identificare e quantificare un range di valori utili a garantire il benessere degli impollinatori a livello locale, in un determinato agroecosistema.
Elisa Monterastelli
Bibliografia citata
https://www.mdpi.com/2071-1050/14/6/3644