Il calo degli impollinatori è oggi considerato un chiaro segnale della più generale perdita della biodiversità e per questo sono attualmente dedicate molte energie alla ricerca delle cause di questo declino.
Numerosi studi sono arrivati alla conclusione che le condizioni multi-stress sono la causa che più spiega il declino delle api. Per esempio, i fattori multieziologici sono riconosciuti come la causa più probabile della Colony Collapse Disorder (CCD), questo perché le api stressate sono più inclini a sviluppare malattie e sono in grado di resistere meno alle pressioni esterne, con la formazione di effetti negativi a cascata, tra i quali anche effetti sinergici, additivi o antagonisti.
Lo studio svolto dal gruppo di ricerca capitanato dalla Dott.ssa Daniela Lupi, propone, per l’appunto, un approccio multi-stress, ovvero ha analizzato, mediante una prova sul campo, gli effetti combinati di due possibili fonti di stress per le api, ovvero i pesticidi ed i campi elettromagnetici.
Gli apiari sperimentali sono stati tre: uno, usato come apiario di controllo, situato in un contesto naturale lontano dagli stress, un secondo, esposto solo ai pesticidi, ed un terzo, esposto sia ai pesticidi sia ad un campo elettromagnetico (condizioni multi-stress), costituito da una linea elettrica di trasmissione ad alta tensione.
Gli alveari sono stati controllati settimanalmente registrando i parametri della popolazione e lo stato di salute delle colonie, inoltre è stato utilizzato un set di biomarcatori per rilevare le variazioni biochimiche ed i parametri di stress cellulare.
Dopo un anno di monitoraggio, i risultati hanno mostrato che le condizioni di salute delle api erano peggiori nel sito multi-stress, con una sola colonia viva su quattro iniziali. In questo sito, infatti, è stato osservato un quadro complesso di avversità, come ad esempio la comparsa di malattie, una maggiore mortalità nelle underbasket, alterazioni comportamentali e anomalie biochimiche.
Risulta sicuramente interessante leggere che la mortalità nelle underbasket è stata maggiormente correlata al sito con solo lo stress chimico (pesticidi), mentre la maggior parte delle alterazioni comportamentali è apparsa soltanto in quello multi-stress.
I risultati complessivi, nonostante la brevità dello studio (solo 1 anno), indicano chiaramente che le condizioni multi-stress sono in grado di indurre effetti biochimici, fisiologici ed alterazioni comportamentali che minacciavano gravemente la sopravvivenza della colonia. Questo quadro supporta quindi il ruolo delle condizioni multi-stress nel provocare i fenomeni di spopolamento dell’alveare (CCD).
Concentrandosi sui risultati ottenuti con l’analisi dei biomarcatori, viene riportato che i valori dei biomarcatori nel sito multi-stress erano simili a quelli del sito con solo stress chimico, senza un chiaro effetto multi-stress e nemmeno l’evidenza di effetti additivi o sinergici, questo porta all’ipotesi che un effetto contrastante tra i diversi pesticidi e le due fonti di stress possa aver ridotto il potere diagnostico dei biomarcatori. Tuttavia, ci sono stati diversi effetti specifici osservati solo nel sito multistress, così che i risultati ottenuti in questa ricerca hanno a loro modo confermato che l’analisi dei biomarcatori può essere un utile strumento diagnostico e prognostico.
Gli studi di questi ultimi anni hanno dato molta rilevanza anche agli effetti subletali e a quelli a lungo termine, poiché l’esposizione cronica a fattori di stress indebolisce gradualmente le colonie. Purtroppo però, nonostante gli studi multieziologici effettuati in laboratorio consentano di implementare le informazioni sugli effetti diretti sulle api, sono lontani dall’avvicinarsi alla complessità del mondo reale. Pertanto, si concorda con quanto scritto nell’articolo, rispetto all’essenzialità degli studi sul campo, anche sul lungo periodo, al fine di riuscire a comprendere gli effetti degli stress combinati tra loro, benchè la complessità in termini di variabili ambientali e fattori interferenti renda spesso difficoltosa l’interpretazione dei risultati.
Elisa Monterastelli
Bibliografia citata