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MIELE:
ANDAMENTO PRODUTTIVO E DI MERCATO PER LA STAGIONE 2022
Nonostante l’impatto negativo dei fenomeni meteo di inizio primavera e soprattutto nonostante la siccità estiva, la produzione nazionale torna a salire rispetto alle recenti annate calamitose con un valore stimato che supera le 23.000 tonnellate.
Tuttavia l’impennata dei costi di produzione dovuta alla crisi energetica pesa sul bilancio complessivo delle aziende.
Restano difficili le condizioni del mercato per la concorrenza del miele d’importazione a basso prezzo e anche per il calo dei consumi.
Si conferma il trend crescente del numero degli alveari registrati in banca dati a livello nazionale.
I mieli italiani confermano l’alto livello di qualità raggiunto e una diversità di origine botanica e di gusti unica al mondo.
Il report sarà disponibile allo stand dell’Osservatorio ad APIMELL (Piacenza 3-5 marzo 2023) ed online da lunedì 6 marzo
Sono 72.020 gli apicoltori in Italia, di cui 53.464 producono per autoconsumo (74% del totale) e 18.556 sono apicoltori con partita Iva che producono per il mercato (26% del totale). Gli apicoltori italiani detengono in totale 1.573.967 alveari e 208.138 sciami (totale 1.782.105). Il 79% degli alveari totali (1.247.467), sono gestiti da apicoltori che producono per il mercato.
Si conferma il costante aumento del numero complessivo degli alveari registrato negli ultimi 5 anni che possiamo ipotizzare sia imputabile soprattutto al progressivo aggiornamento e stabilizzazione della Banca Dati Nazionale, ma anche all’andamento produttivo negativo che induce gli apicoltori ad incrementare il numero di alveari gestiti per sopperire al calo delle rese produttive. Nel 2022 questo aumento riguarda in particolare gli alveari commerciali, mentre risultano in diminuzione rispetto al 2021 gli alveari detenuti ai fini dell’autoconsumo.
L’Italia, grazie alla sua varietà climatico-vegetazionale e alla professionalità degli apicoltori che hanno sviluppato raffinatissime ed impegnative tecniche di nomadismo, può contare su un patrimonio di mieli unico al mondo. Oltre ad una infinità di millefiori, che rappresentano, con una varietà indescrivibile di colori, aromi e sapori, le associazioni floreali dei diversi territori, il nostro Paese può contare cos
tantemente su oltre trenta monoflora classificati. A testimonianza di ciò, all’edizione 2022 del concorso Tre Gocce d’Oro hanno partecipato 1.466 diversi mieli, di cui ben 56 tipologie di mieli uniflorali e 2 di millefiori (millefiori e millefiori di alta montagna delle Alpi). Nel Report si può trovare una elencazione completa dei mieli uniflorali, divisi in tre categorie: mieli uniflorali più frequenti, i meno frequenti e quelli rari. Nonostante la qualità e tipicità dei nostri mieli, l’apicoltura italiana vive diverse criticità sia sul piano produttivo sia su quello del mercato.
Tra i principali fattori di criticità ci sono i molteplici impatti che il cambiamento climatico provoca sull’ape e sulla produzione di miele, la perdita di biodiversità che riduce il pascolo disponibile per le api, la diffusione della monocoltura e di cultivar delle specie coltivate scarsamente produttive di nettare, l’inquinamento ambientale, l’espansione di calabroni predatori (Vespa velutina, Vespa orientalis).
Dal punto di vista meteorologico, il 2022 è stato un vero e proprio “manifesto” del cambiamento climatico. Superando diversi record, quella 2022 è stata la seconda estate più calda dal 1800, con almeno 4 onde di calore molto severe, e il terzo autunno più caldo, sempre dal 1800, con la sola primavera che ha mostrato anomalie termiche più contenute.
I raccolti di inizio primavera e quelli estivi sono stati compromessi dalla situazione meteorologica. Migliori rispetto alle recenti annate calamitose (2021 e 2019), i raccolti della seconda parte della primavera come l’acacia, l’agrumi e la sulla, ma in un quadro piuttosto eterogeneo.
Sul bilancio complessivo della stagione, che per molte aziende resta insoddisfacente, pesa inoltre sia la necessità di intervenire con la nutrizione di soccorso delle api nella seconda parte della stagione, per difendere le famiglie dall’enorme stress termico e idrico, sia l’aumento dei costi di produzione dovuto alla crisi energetica globale, che ha provocato l’impennata dei prezzi delle materie prime.
La stima della produzione italiana di miele per l’annata apistica 2022 si attesta tra 23.000 e 26.000 tonnellate.
Sul fronte del mercato permangono diverse criticità: diminuzione progressiva dei prezzi all’ingrosso del miele italiano anche a causa del calo dei prezzi del miele estero, andamento negativo dei consumi e conseguente contrazione della domanda di acquisto di miele da parte dei confezionatori, con la formazione di giacenze oltre la quantità considerata fisiologica a fine anno.
Nel 2022, secondo i dati sulle vendite di fonte ISMEA, riferite agli acquisti tracciati comprensivi sia delle vendite a scontrino registrate presso la GDO, sia dalle vendite al dettaglio nazionale, risultano commercializzati sul mercato nazionale circa 14.746 tonnellate di miele, per un valore di 149 milioni di euro, con una dinamica su base annua negativa in volume (-4,1%) e leggermente positiva in valore (+1,3%). Rispetto ai volumi c’è stata quindi una diminuzione delle vendite su base annua rispetto al 2021.
Sul fronte dell’importazione si continua a registrare un aumento degli approvvigionamenti dalla Cina e una diminuzione dal Sud America, Argentina in particolare.
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