APICOLTURA ITALIANA IN ALLERTA PER LA MANCATA PRODUZIONE PRIMAVERILE A CAUSA DELLA SITUAZIONE METEOROLOGICA AVVERSA
con il report di fine maggio l’Osservatorio fornirà una stima quantitativa dei danni
Comunicato 18 maggio 2023
Le condizioni all’inizio della stagione produttiva sono apparse subito poco favorevoli con flussi nettariferi estremamente scarsi e discontinui. Le cause di questa negativa situazione iniziale sono da ricondurre alla grave siccità che ha imperversato per mesi, soprattutto nelle regioni del nord.
Una severa ondata di freddo tardivo ha poi provocato, nelle famiglie già ben sviluppate, un elevato consumo di scorte costringendo gli apicoltori in molte zone della penisola ad intervenire con la nutrizione di emergenza.
Agli inizi di aprile, in diverse zone del nord si sono inoltre verificate intense gelate che hanno causato danni diretti ai germogli delle piante di acacia in fase di sviluppo.
Agli inizi di maggio, nel momento dei raccolti fondamentali quali l’acacia e l’agrumi, le tanto attese piogge si sono manifestate in gran parte della Penisola con una intensità e continuità che ha impedito alle api di bottinare per diversi giorni.
La fioritura dell’acacia in alcune zone è stata distrutta in pochi minuti da forti grandinate.
Ci arrivano segnalazioni di famiglie di api alla fame in diverse zone della Penisola che necessitano di abbondanti nutrizioni per la sopravvivenza.
Il tempo instabile e le precipitazioni eccezionali che si sono verificate nella prima metà di maggio, hanno dunque acuito le criticità produttive già evidenziate nel mese di aprile.
La ben nota situazione di queste ultime settimane, in particolare tra l’1 e il 3 maggio e tra il 15 e il 17 maggio, in Emilia Romagna e parte delle Marche, oltre alle vittime e agli ingenti danni materiali, ha aggravato ulteriormente la situazione dell’apicoltura sul piano produttivo e, nelle aree più colpite, ha reso impossibile raggiungere gli alveari per le condizioni del terreno a causa di frane o inondazioni.
È difficile al momento quantificare i danni al settore apistico ma abbiamo ricevuto già molte segnalazioni di interi apiari distrutti e di apicoltori che hanno dovuto correre contro il tempo per spostare gli alveari e salvarli dalle piene.
Si stima che in diverse regioni la perdita di produzione per i raccolti primaverili dei mesi di aprile e maggio possa essere anche dell’80% della scorsa stagione 2022.
Al mancato reddito si aggiungono inoltre gli elevati costi delle nutrizioni di soccorso rese necessarie per salvare le famiglie.
Alla luce di questa situazione, alcune Associazioni Apistiche si sono già attivate per chiedere alla propria Regione lo stato di calamità.
Nel report mensile di maggio saranno riportate informazioni più approfondite sull’andamento meteorologico e produttivo del mese con una prima stima delle mancate produzioni.
Fiori di acacia distrutti dalla grandine nelle Marche. Foto S. Lazzarin
Germogli di acacia bruciati dal gelo in Toscana. Foto P. Betti
Apiario spazzato via dall’alluvione in Romagna. Foto G. Torri