Effetti del Glifosate sulla qualità ambientale e gli organismi viventi
Il Glifosato, (N-(fosfonometil)glicina), è un erbicida non selettivo impiegato su colture arboree ed erbacee e su aree non destinate alle colture agrarie, quali siti industriali, civili, argini e scoline.
Con una media di oltre 1500 tonnellate all’anno (2004–2008), il glifosato è una delle sostanze più vendute a livello nazionale (ISPRA, 2011) e viene considerato non tossico per gli esseri umani, ma alla luce di vari studi questa asserzione non sembra rispondere a verità.
La sostanza è classificata, in base alla direttiva 67/548/CEE, irritante e pericolosa per l’ambiente e l’uomo, con le frasi di rischio R41 (rischio di gravi lesioni oculari) e R51/53 (tossico per gli organismi acquatici).
Persone, piante e animali possono essere facilmente esposte a questa sostanza durante le applicazioni. Tutti gli habitat naturali, terrestri ed acquatici, caratterizzati da piante vascolari che si trovano nelle vicinanze di campi irrorati possono quindi essere danneggiati e contaminati da questo erbicida. I residui vengono infatti frequentemente ritrovati negli alimenti e nell’ambiente, inoltre è tra le sostanze maggiormente diffuse nelle acque superficiali.
Bisogna poi considerare che vi sono evidenti contraddizioni fra quelle che sono le caratteristiche e gli effetti del glifosato secondo i produttori rispetto alle ricerche indipendenti.
Copyright autore: Pietro Massimiliano Bianco
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In questo articolo vi è un triste elenco di quelli che ad oggi sono gli effetti conosciuti, diretti ed indiretti, degli erbicidi a base di glifosato: per l’uomo, per l’ecosistema agricolo e per quello naturale (flora e fauna).
Sorprende leggere la quantità di interazioni che questo prodotto ha nel momento in cui viene distribuito nell’ambiente (alta capacità di dispersione e persistenza), fino a essere stato ritrovato negli alimenti di uso quotidiano.
Se ci si concentra sugl’insetti impollinatori, api comprese, il glifosato risulta pericoloso soprattutto in presenza di fioriture spontanee ed agricole, oltre che di zone di raccolta delle acque superficiali. Queste fonti trofiche determinano un’elevata e continua esposizione degli impollinatori al glifosato.
È importante sottolineare che i danni fisiologici e l’impatto biologico del glifosato sono coerenti con tutte le condizioni note relative al “Colony Collapse Disorder” (CCD).
Essendo ormai nota la pericolosità di questa molecola, ci si auspica un’inversione di marcia nell’utilizzo indiscriminato del glifosato ed una regolamentazione da parte del parlamento europeo del suo uso, soprattutto nei contesti ambientali di alta vulnerabilità.