Lo scenario caratterizzato dall’aumento delle temperature dell’ultima settimana di marzo, si è completamente ribaltato all’inizio del mese di aprile, quando masse di aria artica hanno investito gran parte d’Europa, portando anche in Italia freddo fuori stagione e nevicate fino a bassa quota.
Come segnalato preventivamente nella notizia di allerta https://www.informamiele.it/allerta-acacia-preoccupano-i-possibili-danni-causati-dalle-gelate-della-notte-dell-8-aprile-2021.html, nella notte tra il 7 e l’8 di aprile su gran parte del Nord e del Centro si sono verificate estese gelate con temperature al di sotto dello zero. Oltre a danneggiare le fioriture in corso di piante frutticole (melo, ciliegio, etc.), il gelo ha investito anche le piante di acacia già in fase di germogliamento in gran parte del territorio nazionale, complice l’innalzamento termico dell’ultima settimana di marzo, causando danni ai giovani getti e alle infiorescenze.
Dai rilievi effettuati fino a questo momento nelle aree dove le acacie erano in uno stadio fenologico più avanzato e il freddo è stato più intenso, soprattutto nelle zone più umide di pianura o di fondovalle, i danni sono stati molto evidenti, con zone estese dove le parti verdi delle piante sono state completamente bruciate dal gelo. Dove il freddo è stato meno intenso e alle quote più alte dove le piante erano in uno stadio di sviluppo più precoce, i danni sono stati meno significativi.
Nelle settimane successive alla gelata le temperature minime sono rimaste sotto la media, ritardando lo sviluppo delle acacie risparmiate dal gelo, la cui fioritura deve ancora iniziare nella maggioranza delle zone vocate.
E’ ancora presto quindi per fare considerazioni sulle ripercussioni in termini di resa produttiva per questo importante monoflora ma in molte zone vocate il raccolto sembra già compromesso. Le condizioni meteorologiche non hanno comunque consentito di ottenere raccolti primaverili significativi in gran parte del territorio nazionale.
Il maltempo e le basse temperature non hanno risparmiato neppure il Sud con pesanti ripercussioni sul raccolto del miele di agrumi in Sicilia e in Calabria che è stato nullo. Nelle altre zone vocate della Puglia e della Basilicata le condizioni meteo hanno ritardato la fioritura che non sembra però particolarmente abbondante. Avremo notizie su sul raccolto in queste zone con la prossima rilevazione.
Una partenza di stagione molto difficile che costringe ancora una volta le aziende apistiche a investire risorse consistenti nella nutrizione di soccorso delle famiglie di api per scongiurarne la morte per fame.
Nelle regioni tra le più colpite (Piemonte, Lombardia, Toscana), viste le numerose segnalazioni da parte dei propri soci, le associazioni territoriali hanno attivato la procedura per la segnalazione danni da eventi calamitosi agli uffici regionali competenti.
In particolare la situazione nelle diverse regioni:
Valle d’Aosta
Dopo una partenza accelerata dalle temperature miti di marzo, il crollo improvviso delle temperature ha bloccato lo sviluppo delle famiglie e ha richiesto l’intervento da parte degli apicoltori con la nutrizione artificiale.
Piemonte
In alcune zone di pianura del cuneese è stato possibile produrre circa 5 kg/alveare di miele di tarassaco. La fioritura dell’acacia non è ancora iniziata ma soprattutto negli areali a sviluppo più avanzato, nelle zone di fondovalle e in pianura, gli effetti delle gelate del 7-9 aprile sembrano molto gravi. In altre zone, dove le acacie al momento delle gelate erano più indietro, i danni sembrano non essere totali ma comunque importanti. In alcune zone le piante stanno emettendo nuovi germogli al posto di quelli danneggiati dal gelo e la situazione è molto incerta.
Lombardia
Situazione piuttosto disomogenea per quanto riguarda i danni da gelata sull’acacia. Si segnalano danni da gelo in provincia di Bergamo, nelle zone di medio-bassa pianura soprattutto vicino ai corsi d’acqua. Anche nel milanese (lungo la valle del Ticino) e nelle zone di pianura della provincia di Pavia, il freddo ha gelato i germogli, soprattutto nella parte bassa delle piante. In alcune zone le piante sembrano tutte bruciate dal freddo (ad esempio nella valle del Mincio, da Monzambano a Valeggio), migliore la situazione alle quote più elevate. Anche in alcune zone della Valtellina, della provincia di Como e della Brianza le piante risultano danneggiate. Al momento è comunque difficile fare previsioni sulla portata del danno in termini di produzione.
Liguria
Si registrano danni estesi da gelata sull’acacia nelle zone di fondovalle, in prossimità dei fiumi. Nella Val di Vara, in provincia di La Spezia, in prossimità dell’affluente Magra, l’acacia è stata completamente danneggiata dal gelo. Si tratta di un areale piuttosto esteso e vocato per l’apicoltura professionale. Le acacie sono state invece risparmiate alle quote collinari. Compromessa anche la fioritura dell’acacia precoce in Val Fontanabuona e in Valle Scrivia (Genova), mentre le piante non ancora germogliate nelle zone a fioritura più tardiva non sembrano aver subito danni. Si tratta tuttavia di una fioritura meno produttiva e quindi meno importante per gli apicoltori.
Friuli Venezia Giulia
Nella bassa pianura friulana (vicino alla laguna) sono state registrate produzioni piuttosto disomogenee di tarassaco, stimabili in 7-8 kg/alveare. Azzerato invece il raccolto di miele di marasca, una produzione di nicchia precoce, tipica della zona del Carso. Le gelate tardive hanno colpito quasi tutte le zone della pedemontana Alpina. Si stimano seri danni all’acacia precoce mentre nelle zone più tardive si aspetta l’evolversi della fioritura.
Veneto
Danni alle fioriture per neve e freddo si sono verificati nel Bellunese e nel Trevigiano. Nella provincia di Padova è stato possibile raccogliere qualche chilo di millefiori primaverile con prevalenza di tarassaco e si aspetta l’evolversi della fioritura dell’acacia in partenza. Si stima un danno da gelo del 30% a carico soprattutto delle acacie giovani nelle zone più umide di pianura per cui la situazione non sembra del tutto compromessa. In diversi areali è stato necessario alimentare le famiglie. .
Trentino Alto Adige
Le gelate del 7 e dell’8 aprile hanno compromesso la fioritura del melo nel fondovalle. Nei frutteti di montagna si attende l’inizio della fioritura per poter valutare i possibili danni. E’ presto anche per valutare l’eventuale impatto dello stress da freddo sulle piante di acacia che non sono ancora germogliate.
Emilia Romagna
Nella città di Bologna la fioritura dell’acacia è in partenza e non sembra aver subito danni. Qualche danno a partire dalla prima collina e nelle vallate appenniniche con una situazione estremamente disomogenea. In partenza anche la fioritura nella provincia di Piacenza dove è ancora presto per stimare i possibili danni del gelo.
Toscana
Nella notte dell’8 aprile gran parte del territorio toscano è stato interessato da estese e forti gelate con minime che hanno raggiunto valori eccezionalmente bassi (fino a -8/-9 °C) in alcune vallate della provincia di Arezzo, Firenze, Siena e Grosseto. Particolarmente colpite le piante di acacia nelle zone di pianura, nei fondovalle e fino alla prima collina. Meno danneggiata la zona vocata della provincia di Pistoia e in generale l’alta collina dove la fioritura deve ancora partire e c’è ancora la speranza di ottenere un raccolto. Preoccupa lo stato delle famiglie che non hanno beneficiato delle prolungate condizioni di freddo e maltempo.
Marche
Il maltempo ha ostacolato le produzioni primaverili fino a questo momento e costretto gli apicoltori ad alimentare le famiglie. Danneggiate dal gelo le acacie nelle zone di fondovalle vicino ai corsi d’acqua.
Lazio
Nella città metropolitana di Roma il maltempo ha ostacolato le produzioni primaverili fino a questo momento e compromesso la fioritura dell’acacia fortemente colpita dal gelo.
Umbria
In zone circoscritte, è stato possibile ottenere circa 5 kg/alveare di miele di erica. Pioggia e vento hanno tuttavia fatto consumare il poco miele raccolto finora e il gelo ha danneggiato le acacie germogliate.
Abruzzo
In partenza la fioritura di acacia nel Chietino. Le temperatura sotto media hanno ostacolato le produzioni primaverili fino a questo momento.
Molise
Al momento sono ancora state segnalate produzioni.
Campania
E’ stata registrata una produzione di 15-20 kg/alveare di miele di erica limitatamente alla provincia di Benevento. Non sono state segnalate altre produzioni e, in molti areali, livelli critici di scorte hanno costretto gli apicoltori ad alimentare le famiglie di api.
Basilicata
Le temperature sotto media hanno ritardato la fioritura degli agrumi che stenta a partire e non sembra comunque particolarmente abbondante a causa dell’alternanza produttiva delle varietà coltivate. In considerazione di ciò alcuni apicoltori stanno già valutando di spostare gli alveari sulla fioritura della sulla.
Puglia
A breve sarà possibile tirare le somme per quanto riguarda la produzione del ciliegio ma il raccolto non sembra particolarmente promettente. Le famiglie di api hanno consumato parte di quello che avevano raccolto quando le condizioni del mese di marzo erano più favorevoli e non sono mancate situazioni in cui è stato necessario integrare le scorte con la nutrizione di soccorso. In ritardo la fioritura degli agrumi che sembra scarsa come nel resto dell’areale vocato ionico.
Calabria
Le gelate della prima decade di aprile e le piogge dei giorni successivi hanno compromesso le fioriture, in particolar modo degli agrumi e in maniera più accentuata nella zona Tirrenica. Di conseguenza la produzione del miele di agrumi è stata nulla. Il repentino abbassamento termico, oltre a compromettere la vegetazione, ha influito negativamente sullo sviluppo delle famiglie di api e molti apicoltori hanno riscontrato una riduzione della covata e della popolazione delle famiglie di api a causa delle condizioni climatiche avverse.
Sicilia
Situazione estremamente critica in Sicilia dove una fioritura mediocre e condizioni climatiche avverse hanno azzerato la produzione di miele di agrumi.
Sardegna
Si confermano le previsioni pessimistiche per il raccolto di asfodelo, fortemente compromesso dalle gelate e dalla siccità nelle zone costiere e pianeggianti della Sardegna. Dove è stato possibile ottenere un raccolto le rese non superano i 3 kg/alveare. Rispetto alle stime a melario, si conferma una produzione leggermente inferiore di 6-10 kg/alveare di miele di erica in limitate zone, quali l’interno del parco di Gutturu Mannu nella Sardegna meridionale e alcune altre zone vocate dell’isola. Generalmente scarso anche il raccolto di millefiori (0-5 kg/alveare).
Il mercato del miele è in una fase poco dinamica in attesa della disponibilità di lotti di miele della stagione 2021.
In Sardegna dove il mercato in questo periodo è tipicamente più attivo si registrano le seguenti transazioni all’ingrosso in latte da 25 kg:
In Veneto e in Umbria si registrano scambi di miele millefiori al prezzo di 5,5 €/kg (latta).
La richiesta di sciami disponibili prima delle principali produzioni primaverili è stata ovunque elevata e tale da esaurire l’offerta sia per quanto riguarda i nuclei convenzionali che quelli certificati biologici. Nel mese di maggio saranno nuovamente disponibili gli sciami con regina del 2021 a prezzi leggermente inferiori a quelli di inizio anno anche se, data la forte richiesta per compensare le perdite invernali, anche per i nuovi nuclei dell’anno il prezzo si mantiene sostenuto. I prezzi per gli sciami convenzionali sono compresi tra i 110 e i 120 €/cad al Nord, 90 e 100 €/cad al Sud, tra i 90 e i 125 €/cad in Sardegna. I prezzi degli sciami certificati biologici si aggirano mediamente sui 125 €/cad.
Il maltempo e le basse temperature hanno causato problemi di fecondazione delle regine e influito negativamente sui primi scambi che sono stati limitati. Le regine vengono quotate a prezzi compresi tra 12 e 15 €/cad in Campania, tra 15 e 18 €/cad in Sicilia, Calabria e Sardegna.
In Veneto il polline deumidificato millefiori (partite superiori ai 50 kg) viene venduto al prezzo medio di 19 €/kg. In Sardegna il polline fresco millefiori (partite comprese tra 20 e 50 kg) viene venduto al prezzo medio di 30 €/kg.
In Sicilia la pappa reale è quotata ad un prezzo compreso tra 540 €/kg e 600 €/kg.
In Sicilia il servizio di impollinazione delle colture in serra viene quotato a prezzi compresi tra 25 e 30 € per unità. Nelle Marche il servizio di impollinazione su colture orticole in pieno campo e orticole da seme viene quotato a prezzi compresi tra 35 e 39 € per unità.
Le basse temperature di aprile hanno causato un rallentamento dello sviluppo delle famiglie che a inizio del mese si presentavano ben popolate. Oltre alla contrazione della covata, sono state riscontrate diffusamente criticità di scorte che hanno reso necessario monitorare attentamente le famiglie e intervenire con la nutrizione artificiale di soccorso. Non sono mancati purtroppo casi di famiglie morte per fame.
Continuano le segnalazioni di avvelenamenti:
In Lombardia, nelle province di Cremona, Lodi e Brescia, alla fine di marzo sono stati registrati spopolamenti, con perdita totale di bottinatrici, a carico di circa 500 alveari e 6 diversi apicoltori. Nella maggior parte dei casi gli alveari si trovavano in prossimità di campi di mais. Un altro avvelenamento con moria degli alveari è stato segnalato successivamente nel mese di aprile nella provincia di Bergamo a carico di 30 alveari.
Frequenti anche le segnalazioni di furti ed atti vandalici: Solo nel mese di aprile in Piemonte sono stati segnalati 4 furti, 2 nel novarese e uno nel cuneese, a carico di 12 alveari) e nel torinese sono stati sottratti dei favi. Nelle Marche, a Montalto delle Marche (Ascoli Piceno) sono stati rubati 40 alveari.
Il prezzo del miele (€/kg) è inteso Franco Produttore I.V.A. inclusa.
Il prezzo delle regine (razza ligustica) è inteso I.V.A. esclusa.
Il prezzo degli sciami è inteso I.V.A. esclusa e si riferisce a sciami su 5 telaini (di cui 3 di covata e 2 di scorte).
Il prezzo di propoli e polline è inteso I.V.A. inclusa mentre quello della pappa reale I.V.A. esclusa.
Il prezzo del servizio di impollinazione è riferito ad unità (alveare o nucleo) I.V.A. esclusa.
L’assenza di rilevazione, su una determinata piazza, significa che sulla stessa non sono state registrate transazioni.