Dopo una lunga sequenza di mesi caldi o molto caldi che perdurava da maggio 2022, aprile 2023 si è concluso con temperature medie leggermente inferiori alla norma del periodo per l’effetto di correnti settentrionali o nord-orientali, provenienti dal nord Europa, le quali hanno dominato la circolazione sull’area mediterranea per buona parte del mese. Un mese, quindi, moderatamente freddo, specie se rapportato alle medie climatologiche di riferimento più recenti, con un’anomalia di temperatura media su base nazionale di -0,6°C rispetto alla media del periodo 1991-2020, e di -0,2°C in rapporto alla norma del trentennio 1981-2010.
A livello decadico, le anomalie termiche negative più consistenti si sono osservate nella prima decade del mese, la quale è stata molto fredda e in grado di condizionare largamente il valore di anomalia mensile, con particolare riferimento alle regioni centro-meridionali e del versante adriatico, più esposte alle fredde correnti nord-orientali. In particolare nei giorni compresi tra il 3 e il 6 aprile si sono verificati eventi di intense gelate tardive le cui caratteristiche e i possibili impatti sull’apicoltura sono stati approfonditi in questo articolo.
In merito alle precipitazioni, esse sono state, per l’ennesima volta, molto scarse penalizzando in particolare il Centro-Nord della Penisola a parte eventi su scala locale e limitati al settore di confine tra Centro e Sud. Le anomalie pluviometriche negative si sono rinnovate e aggravate nelle zone già affette da severa siccità, con particolare riferimento alle aree del Nord Italia sopra l’asse del Po, con una persistenza di scarse precipitazioni che praticamente non ha precedenti nella storia climatologica nazionale. Continua a leggere il report completo sull’andamento meteorologico con le previsioni di scenario per le prossime due settimane.
La situazione a livello produttivo è al momento piuttosto critica in molte zone del paese. Nel mese di aprile la situazione meteorologica ha provocato, nelle famiglie già ben sviluppate, un elevato consume di scorte per via delle basse temperature e degli scarsi flussi nettariferi, costringendo gli apicoltori in molte zone della penisola ad intervenire con la nutrizione di emergenza. Non sono molte le zone in cui il flusso nettarifero è stato sufficiente a determinare il surplus necessario a riempire i melari e a consentire qualche raccolto e spesso il miele è stato lasciato alle api. Le intense gelate di inizio aprile hanno preoccupato molto gli apicoltori per le possibili conseguenze sui raccolti di acacia che sono in corso al momento della stesura di questo report. Si può comunque già affermare che la combinazione di siccità, gelate tardive e altri fattori in un quadro estremamente complesso e di difficile interpretazione, hanno avuto effetti negativi su questo raccolto che in diverse zone sembrerebbe compromesso. In molte zone sembra che nonostante una fioritura all’apparenza buona, le api siano poco attratte dai fiori che evidentemente non secernono abbastanza nettare. La situazione sembra molto eterogenea anche per quanto riguarda il raccolto dell’agrumi tutt’ora in corso nelle regioni del Sud. Il tempo instabile e le precipitazioni previste per la prima decade di maggio rischiano di peggiorare il quadro generale.
Vediamo in particolare la situazione per regione sulla base delle informazioni raccolte dalla rete di rilevazione dell’Osservatorio:
Valle d’Aosta
Le condizioni meteorologiche caratterizzate da temperature sotto la media hanno pregiudicato i raccolti del tarassaco che fiorisce in questo periodo. Non si registrano quindi al momento produzioni.
Piemonte
Gli abbassamenti termici verificatisi il 28 marzo, il 5-6 aprile, e il 14 aprile hanno causato danni alle acacie stimati intorno al 20%, soprattutto le piante più basse e nelle vallate più fredde. La provincia che potrebbe avere danni maggiori potrebbe essere quella astigiana ma sarà possibile fare un bilancio della situazione con la rilevazione del prossimo mese.
Lombardia
Situazione molto eterogenea con scarsità di flussi nettariferi primaverili e necessità diffusa di intervenire con la nutrizione di supporto. Alcuni apicoltori segnalano di essere riusciti a raccogliere qualcosa sui flussi nettariferi di tarassaco e ciliegio, specie nelle zone collinari, o sulla colza ma si tratta di produzioni molto localizzate. Infatti anche nelle stesse zone, in apiari limitrofi, c’è chi non ha ottenuto alcun raccolto e ha lasciato il miele alle api. Sono in corso i raccolti di miele di acacia.
Liguria
Nelle zone vocate alla produzione del miele di erica, in particolare della provincia di Genova, è stato possibile produrre questo ottimo monoflora. Il flusso nettarifero dell’erica ha consentito in queste zone un buono sviluppo dei nuclei e delle famiglie senza necessità di intervenire con la nutrizione. Al momento non sono stati segnalati altri raccolti significativi. Sono in corso i raccolti di miele di acacia.
Friuli Venezia Giulia
A causa delle condizioni meteorologiche, il flusso nettarifero della fioritura del tarassaco è stato nullo o estremamente scarso. Si segnala qualche chilo ad alveare raccolto in rari casi nella parte meridionale della provincia di Pordenone, al confine con la provincia di Venezia. Nella provincia di Udine si rileva qualche raccolto circoscritto di pochi chili ad alveare sulla fioritura di colza che è stata molto prolungata.
Veneto
Anche in Veneto la stagione è iniziata con molte difficoltà. Nelle prealpi trevigiane e nell’alto vicentino, nella zona collinare pedemontana, si segnala la necessità di continuare a nutrire le api alla fame, data la mancanza di flussi nettariferi significativi. Si segnala qualche raccolto di millefiori primaverile e pochi chili di colza in alcune zone della pianura padovana. Sulla fioritura del colza la situazione è stata estremamente eterogenea e la sciamatura superiore alla media. L’acacia è fiorita con poca scalarità tra le zone più basse e quelle a maggiore altitudine complicando gli spostamenti dei nomadisti. Il raccolto è in corso ma il maltempo previsto per la prima decade di maggio non lascia ben sperare.
Trentino Alto Adige
Vento da nord e gelate nei primissimi giorni del mese non ha causato particolari danni alle piante di interesse agrario ma lo sviluppo vegetativo ha subito un forte rallentamento. L’anticipo di circa dieci giorni registrato nel mese di marzo è stato recuperato e nelle zone frutticole più tardive la fioritura è stata in linea se non in ritardo di qualche giorno rispetto al 2022. Alla fine del mese si registra la necessità di intervenire con la nutrizione di soccorso soprattutto nelle zone di fondovalle dove le fioriture di melo e tarassaco sono terminate senza determinare flussi nettariferi soddisfacenti.
Emilia Romagna
Scarsa l’importazione primaverile rispetto alla norma anche in Emilia Romagna con produzione primaverile quasi nulla a causa della siccità e molte famiglie in stress alimentare che è stato necessario nutrire. Qualche piccollo raccolto di millefiori primaverile è stato segnalato nelle zone collinari e di montagna delle province di Parma e Reggio Emilia, mentre in pianura i flussi nettariferi sono stati insufficienti e il miele è stato lasciato alle api. Nella provincia di Ravenna è stata registrata una minima produzione di colza. Le gelate tardive hanno causato danni alle acacie che in alcune zone non sono fiorite. Dove la fioritura non è stata danneggiata i raccolti sono in corso ma secondo le prime valutazioni con importazione inferiore alla norma.
Toscana
Gli unici raccolti riscontrati in questo avvio di primavera sono relativi al miele erica o al millefiori a base di erica o altre fioriture di macchia mediterranea delle zone costiere del livornese e del grossetano. Qualche raro raccolto estremamente circoscritto di millefiori a base di erica e ciliegio sulle famiglie più forti è stato ottenuto anche in alcune zone molto circoscritte della provincia di Firenze. Ad eccezione di queste situazioni molto circoscritte, in tutta la regione è stata diffusa la necessità di intervenire con la nutrizione di soccorso per supportare le famiglie in stress alimentare. Nel Mugello in particolare è stato necessario continuare a nutrire ancora ai primi di maggio. Con il passare dei giorni i danni che si temeva avessero causato le gelate di inzio aprile si sono resi più evidenti. I raccolti di miele di acacia sono ancora in corso ma la produzione sembra già in gran parte compromessa e messa ancora più a rischio dall’arrivo del maltempo.
Marche
Condizioni meteo particolarmente avverse hanno compromesso le principali fioriture spontanee, che consentono il rinnovo delle scorte e i piccoli raccolti di millefiori precedenti all’acacia. Si è dovuto provvedere in modo continuativo alle nutrizioni di soccorso per la grave mancanza di nettare dalla costa alla montagna. Solo su colture di colza si segnala un po’ di importazione nettarifera. Le basse temperature prossime allo zero di inizio mese hanno bruciato in gran parte gli abbozzi fiorali di acacia, in particolare nelle zone interne della Regione. Nelle zone costiere e di bassa valle la piovosità e le basse temperature hanno ostacolato la bottinatura e l’importazione di nettare. La fioritura dell’acacia appare stentata e poco convincente e la produzione del miele di acacia è a grande rischio quest’anno.
Lazio
In provincia di Roma, sia nella zona di Roma Nord che di Roma Sud, è stato segnalato qualche raccolto di millefiori primaverile, mentre nelle zone più interne della regione lo sviluppo delle famiglie è stato stentato e condizionato dal maltempo e dalle basse temperature che hanno reso necessarie le nutrizioni di sostegno. Anche nel Viterbese, dove solitamente è possibile produrre del millefiori da erbaio, la situazione predominante è di famiglie ormai ben sviluppate e a melario che necessitano di alimentazione per mancanza di flussi nettariferi. Nella provincia di Latina, dove vi sono piccoli appezzamenti di agrumi, alcuni coltivati e altri in stato di abbandono, è possibile produrre del miele di agrumi. Quest’anno la fioritura degli agrumi già scarsa per l’annata di scarico è in ritardo e si stima una resa produttiva del 40% in meno rispetto alla passata stagione. Le condizioni meteorologiche fredde e piovose hanno provocato una mancata produzione di melata di pino nella prima meta’ di aprile che negli scorsi anni contribuiva alla produzione di un millefiori primaverile di colorazione scura. Si rimanda alla prossima rilevazione per i dati sulle rese ancora provvisori.
Umbria
Le famiglia hanno svernato con sufficienti scorte per arrivare sulle prime fioriture ma le condizioni meteorologiche fino a questo momento hanno ostacolato i raccolti.
Abruzzo
Al momento non si segnalano produzioni.
Molise
L’importazione di nettare è stata finora irrisoria e costringe ancora oggi gli apicoltori ad alimentare le api con canditi o sciroppi. Al momento si registra un consumo medio di oltre 7 kg di candito per alveare dall’inizio dell’anno.
Campania
Situazione allarmante anche in Campania. Come per il Molise l’assenza di importazione costringe ancora oggi gli apicoltori ad alimentare le api con canditi o sciroppi con un consumo medio stimato di oltre 7 kg di candito per alveare dall’inizio dell’anno.
Basilicata
Le condizioni meteorologiche non hanno determinato per il momento produzioni di rilievo. In alcuni areali, soprattutto nella provincia di Potenza, in seguito al ritorno di freddo, si è reso necessario intervenire con alimentazione di soccorso. Verso fine mese è iniziato il raccolto sulla fioritura degli agrumi che è tutt’ora in corso.
Puglia
Scarsa la produzione di ciliegio nella provincia di Bari a causa del maltempo che è servito principalmente allo sviluppo delle famiglie. Nei casi in cui si è raccolto le rese non superano nel migliore dei casi i 3 kg/alveare. Nella provincia di Taranto è in corso la produzione del miele di agrumi e si spera che l’instabilità climatica non accorci il tempo disponibile per il raccolto. Le piogge potrebbero essere invece favorevoli ai successivi raccolti estivi. Nella provincia di Foggia non risultano al momento produzioni significative in attesa del raccolto del coriandolo.
Calabria
A causa delle condizioni meteorologiche, l’attuale situazione produttiva è estremamente incerta in tutta la regione. In alcune zone gli apicoltori continuano a nutrire gli alveari per non rischiare il collasso delle famiglie e lo sviluppo fenologiche delle piante ha subito un rallentamento. Verso la fine del mese di aprile gli apicoltori hanno iniziato a posare i primi melari nelle postazioni localizzate negli agrumeti e negli appezzamenti di sulla ma al momento non si registrano produzioni degne di nota.
Sicilia
Nella Sicilia orientale è in corso il raccolto del miele di agrumi partito in modo molto scalare. La fioritura si presenta rigogliosa ma per ora i raccolti sembrano deludere le aspettative. Nella Sicilia occidentale i ritorni di freddo del mese di aprile hanno interrotto l’attività bottinatrice e ridotto la tendenza sciamatoria. Le famiglie si presentano in forza in attesa del flusso nettarifero della sulla su cui ancora non si possono fare previsioni.
Sardegna
Come segnalato nella scorsa rielvazione, il raccolto di asfodelo quest’anno è stato compromesso dalla siccità così come il millefiori primaverile che ha dato risultati produttivi molto scarsi. Nelle zone vocate nel nord della Sardegna è stato possibile ottenere buoni raccolti di rosmarino e lavanda selvatica ma si tratta di piccole produzioni di nicchia. Sono in corso i raccolti di miele di agrumi e di sulla che sembrano aver beneficiato dell’arrivo delle piogge e per i quali avremo maggiori informazioni con le prossime rilevazioni.
Il mercato del miele è ancora in una fase poco dinamica in attesa di capire quale sarà la disponibilità dei lotti di miele della stagione 2023, soprattutto per quanto rigurda i mieli più importanti che determinano il reddito delle aziende apistiche al Nord e al Sud, ovvero l’acacia e l’agrumi. Si dovrà vedere l’effetto che l’offerta di nuovo miele sul mercato avrà sui prezzi che nell’ultimo trimestre del 2022 e all’inizio del 2023 hanno mostrato una tendenza negativa, per via dell’esubero di prodotto, sia italiano che estero, e della bassa domanda dovuta alla congiuntura economica sfavorevole. Maggiori informazioni saranno disponibili con le prossime rilevazioni.
Il mercato degli sciami è entrato nel vivo nel mese di aprile. In alcune zone l’andamento meteorologico ha comportato la necessità di nutrire i nuclei da consegnare per sopperire al calo di scorte aumentando quindi i costi di produzione. Il prezzo di vendita degli sciami convenzionali è compreso nella forbice 100-120 €/cad al Nord e al Centro e tra 90 e 120 €/cad al Sud. In Sicilia per gli acquisti con contributo pubblico si applica il prezziario regionale dell’agricoltura che prevede un prezzo di 88 €/cad. Per gi sciami biologici i prezzi si aggirano sui 120 €/cad al Centro e al Sud, tra i 130-140 €/cad al Nord. La forbice di prezzo sta ad indicare la variabilità in base alla quantità di sciami venduti.
Sul mercato delle regine i prezzi oscillano tra i 15 e i 18 €/cad a seconda del numero di regine vendute.
In Trentino Alto Adige nel mese di aprile si effettua il servizio di impollinazione con alveari su melo a prezzi compresi tra 30 e 33 €/alveare iva esclusa. Nella Sicilia occidentale, in provincia di Agrigento, siamo sul finire della stagione di vendita di nuclei di impollinazione orfani per le serre. I prezzi oscillano, al netto dell’IVA, dai 32 €/nucleo con consegna diretta al serricoltore, ai 27 €/nucleo al rivenditore.
Proseguono i furti o tentativi di furto in Piemonte, stavolta nella provincia di Cuneo, a carico di 22 alveari complessivamente. Per quanto riguarda l’emergenza Vespa velutina, sempre in provincia di Cuneo, sono stati catturati due esemplari di vespa, probabilmente regine. Al momento della stesura di questo report in alcuni comuni della Romagna si sono verificate esondazioni e allagamenti a causa delle piogge eccezionali e diversi apicoltori hanno perso interi apiari.
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L’indagine produttiva ed economica viene effettuata dalla rete di rilevatori dell’Osservatorio tramite interviste mensili ad apicoltori professionisti su tutto il territorio nazionale.
L’andamento meteorologico viene elaborato con il supporto di Pierluigi Randi, meteorologo professionista.
La resa media (kg/alveare) per tipologia di miele è rilevata su un campione di alveari in produzione nelle province vocate.
Il prezzo del miele (€/kg) è riferito a transazioni avvenute sul mercato all’ingrosso ed è inteso Franco Produttore I.V.A. inclusa.
Il prezzo delle regine (razza ligustica) è I.V.A. esclusa.
Il prezzo degli sciami è I.V.A. esclusa e si riferisce a sciami su 5 telaini (di cui 3 di covata e 2 di scorte).
Il prezzo di propoli e polline è I.V.A. inclusa mentre quello della pappa reale è I.V.A. esclusa.
Il prezzo del servizio di impollinazione è riferito ad unità (alveare o nucleo) I.V.A. esclusa.