Le api usano una complessa forma di comunicazione spaziale. La loro “danza dell’addome” trasmette la direzione, la distanza e la qualità delle risorse alimentari mediante specifici segnali codificati.
Come in molti altri insetti sociali, anche nelle api è stato osservato l’utilizzo di forme di apprendimento per poter maturare correttamente alcuni comportamenti complessi, tuttavia finora non era mai stato chiarito quanto il meccanismo della danza, estremamente sofisticato e cognitivamente articolato, fosse innato e quanto invece venisse appreso.
La recente ricerca di Shihao Dong et al. ha dimostrato che la sua corretta esecuzione dipende da un apprendimento sociale.
In natura le giovani bottinatrici hanno l’opportunità di imparare dalle compagne più anziane, che iniziano ad osservare a partire dall’età di 8 giorni, per poi cimentarsi nel loro primo volo, e quindi nella loro prima danza, quando ne hanno 12.
Gli studiosi hanno ipotizzato che la prima danza delle bottinatrici avrebbe mostrato più errori se le giovani novizie non avessero potuto osservare le compagne più esperte. Per verificare questa ipotesi hanno predisposto due tipologie di colonie differenti, nel primo modello le api avrebbero potuto osservare le compagne danzare, nel secondo avrebbero invece avuto preclusa questa possibilità. Quest’ultimo modello di colonia, infatti, è stato costituito soltanto da esemplari coetanei. Tutti i gruppi sono stati osservati sia nel momento della prima danza che delle danze successive, fino al ventesimo giorno di età delle bottinatrici.
Come ipotizzato in origine, le novizie coetanee che non hanno avuto la possibilità di osservare le compagne prima di effettuare la loro prima danza hanno riportato significativi errori nella comunicazione dei parametri utili per raggiungere la fonte di nutrimento, ovvero le distanze e la direzione, che sono decresciuti col passare dei giorni e dell’aumento dell’esperienza, mentre la danza delle bottinatrici che hanno potuto osservare le compagne non ha manifestato errori o divergenze significative, né all’inizio né in seguito. Anche la comunicazione della qualità delle risorse alimentari è stata alterata nel secondo gruppo e ha seguito le medesime modalità di recupero degli errori mediante l’esperienza. In ogni caso, all’età di 20 giorni, gli errori, anche se di entità minore, sono stati ancora riscontrati nonostante la danza sia risultata complessivamente meno disordinata.
I risultati di questo studio suggeriscono che la danza, per quanto comportamento innato, venga affinata e appresa correttamente mediante l’osservazione delle compagne. Questo ci fa capire quanto siano delicati i meccanismi di interazione fra le api e quanto facilmente possano essere danneggiati o disturbati. Ad esempio se a causa di trattamenti con agrofarmaci, inquinamento o situazioni ambientali avverse si determinasse la morte di una generazione, il danno sarebbe indirettamente riversato anche sulle successive, che trovandosi a non riuscire a comunicare correttamente in merito alle fonti di cibo potrebbero far registrare un deficit nutrizionale dannoso per tutta la colonia. Ancora una volta l’osservazione della natura e della sua meravigliosa armonia ci porta a comprendere quanto l’azione dell’uomo possa essere potenzialmente nociva, e quanto invece si possa e si debba fare per preservare le condizioni e gli equilibri maturati in milioni di anni di evoluzione.
Serena Alessandrini
Bibliografia citata: