Febbraio 2023 ha mostrato caratteristiche meteo-climatiche del tutto singolari e sotto molti aspetti critiche, le quali sono sintetizzabili con un quadro termico molto mite associato a precipitazioni estremamente scarse.
Febbraio 2023 si è concluso con un’anomalia di temperatura media di +0,6°C rispetto alla media climatologica del trentennio 1991-2020 (contro un’anomalia di temperatura media di +1,3°C dello scorso anno) e di +1,7°C rispetto alla norma del periodo 1981-2010, chiudendo al trentunesimo posto tra i più miti dal 1800 (fonte: ISAC-CNR). Considerando le anomalie termiche in base alla suddivisione geografica in macro aree, per l’ennesima volta risultano le regioni settentrionali ad essere state interessate dalle anomalie termiche positive più consistenti, mentre le regioni del Centro, Sud e Isole Maggiori il valore di temperatura media è stato sostanzialmente allineato alla norma. Questo aspetto che ha caratterizzando gran parte dell’annata 2022, si sta riproponendo con singolare e preoccupante regolarità anche ad inizio 2023.
Le anomalie termiche positive più consistenti si sono verificate nella seconda e nella terza decade del mese, mentre nella prima i valori medi sono risultati intorno alla norma sulle regioni settentrionali, mentre ampiamente inferiori sono stati al Centro, al Sud e sulle isole maggiori. Nello specifico, nella prima decade le anomalie di temperatura media si sono spinte fino a -2/-3°C (in questo caso rispetto alla norma 1981-2010) al Sud, in particolare tra Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia; prossime a -1/-2°C su tutte le regioni centrali e sulla Sardegna. In sostanza l’inizio di febbraio è stato piuttosto freddo su queste regioni, corrispondendo sicuramente al periodo più rigido dell’intero inverno. La seconda decade del mese è risultata assai mite espressamente al Nord, laddove le anomalie termiche si sono spinte fino a +4/+5°C; scarti alla norma intorno a +2/+3°C al Centro e Sardegna; +0/+1°C al Sud e Sicilia. Infine, la terza decade è stata mite su tutta la Penisola, con anomalie termiche positive più omogenee sul territorio nazionale e comprese tra +1,5 e +2,5°C
Dal momento che una buona parte del mese è trascorsa all’insegna di condizioni anticicloniche non sono mancare gelate e brinate, in gran parte per irraggiamento radiativo ed in minima parte di tipo avvettivo, anche sulle regioni settentrionali (nonostante le anomalie positive) che hanno in parte compensato l’estrema scarsità di giorni di gelo occorsa tra dicembre 2022 e gennaio 2023. In particolare, tra i giorni 7 e 11 febbraio, si sono registrati valori di temperatura minima fino a -6/-8°C su vaste zone della Pianura Padana e delle vallate appenniniche centrali, valori sicuramente di rilievo nel contesto climatico attuale, ma che in passato erano da considerarsi del tutto consoni ad una normale fase fredda invernale.
In merito alle precipitazioni, esse sono risultate ovunque molto al di sotto delle attese del periodo, con pesanti anomalie negative su gran parte del territorio nazionale con la sola eccezione della Romagna, delle Marche settentrionali, della Sicilia e della Sardegna meridionale.
Con un’anomalia percentuale di precipitazione ben il -66%, il mese in esame è risultato estremamente secco, e con le poche precipitazioni concentrate in aree molto ristrette. Esse sono state particolarmente scarse e sotto norma sulle regioni a Nord del Po, con particolare riferimento a Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Veneto, nelle quali si sono rilevati deficit superiori all’80%, ma localmente fino a sfiorare il -100% rispetto al riferimento climatico 1981-2010. Febbraio molto secco anche tra Campania, Basilicata e Puglia con anomalie del -60/-80%, mentre sull’Emilia, sulle regioni centrali e sul nord della Sardegna le anomalie si sono limitate a valori compresi tra -20 e -40%. Solo in Romagna, Marche settentrionali, Sicilia e sud della Sardegna la piovosità è stata superiore, con un’anomalia positiva massima del +70/+80% sulla Sicilia meridionale; del +30/+40% in Romagna e nord delle Marche; del +20/+30% sulla Sardegna meridionale.
Con il mese di febbraio si è conclusa la stagione meteorologica invernale 2022-2023; sul fronte delle precipitazioni l’inverno 2022-2023 ha visto un deficit pluviometrico su base nazionale del 26%, con le massime anomalie negative (fino al 40-60%) sulle zone della fascia alpina e prealpina, mentre una piovosità leggermente superiore alla norma si è rilevata sulle regioni centrali e sulla Sardegna (+20/+40%). Un poco più vicina alla norma al Sud e Sicilia (+10/-30% con i valori leggermente positivi sul comparto tirrenico). Raffrontando la stagione invernale del 2022-2023 con quella dello scorso anno, si nota un deficit pluviometrico del 46% osservato nel 2021-2022 che è sicuramente peggiore rispetto a quello della recente stagione, ma che evidenzia il manifestarsi di due invernate consecutive molto secche e notevolmente critiche, con particolare riferimento alle regioni più settentrionali.
L’andamento meteorologico del mese di febbraio caratterizzato da una prima decade più fredda soprattutto nelle regioni del Sud e Centro e una seconda e terza decade più miti hanno favorito uno sviluppo delle famiglie abbastanza regolare e in linea con la stagione. La situazione dal punto di vista delle scorte è molto eterogenea. Si va da zone in cui i raccolti autunnali di edera e inula sono stati abbondanti e non si rilevano criticità ad altre zone dove le famiglie in crescita hanno già svuotato i nidi e stanno consumando anche il candito che gli è stato fornito come alimentazione di supporto.
Non si rilevano produzioni come nella norma per il periodo.
Non ci sono particolari variazioni rispetto alla situazione sul mercato del miele descritta nella rilevazione precedente. Anche nel mese di febbraio le transazioni sul mercato dei fusti sono state praticamente nulle e le giacenze di prodotto nei magazzini sia degli apicoltori che dei confezionatori sono ancora piuttosto elevate. Al Sud questo sembra riguardare in particolare mieli come il castagno e l’eucalipto.
A testimoniare una certa disponibilità di miele nei magazzini degli apicoltori, si rileva ancora l’offerta di miele in latte da 25 kg sia sui canali tradizionali di scambio tra apicoltori che sui mercatini online, sia per il millefiori, prevalentemente scuri, che per i principali monoflora.
Sul mercato degli sciami è presto per parlare di consegne e transazioni ma chi aveva interesse ad acquistare sciami per la stagione 2022 si è già attivato con le prenotazioni. I prezzi iva esclusa delle prenotazioni di nuclei su 5 favi (3 di covata e 2 di scorte) con regina dello scorso anno si aggirano sui 110 €/cad per gli sciami convenzionali, con una variabilità che può scendere fino ai 100 €/cad al Sud e salire fino ai 130 €/cad al Nord. Per i nuclei biologici il prezzo rilevato per le prenotazioni si aggira sui 130-140 €/cad. La variabilità di prezzo dipende anche dal numero di sciami venduti. La domanda è cresciuta rispetto ad una iniziale partenza a rilento anche se sembra riguardare soprattutto lotti piccoli compresi tra 10 e 50 nuclei.
In Sicilia si rilevano vendite di nuclei per l’impollinazione del melone cantalupo in serra. Si tratta di nuclei orfani composti da 2-3 telai di covata e 2 di scorte. Rispetto alla scorsa rilevazione in cui il prezzo segnalato era stato di 35-36 €/cad in azienda e 33 €/cad al rivenditore (esclusa l’IVA del 10%), si rileva una flessione del prezzo praticato ai serricoltori che si attestano sui 33-34 € ad unità.
Anche in centro Italia (bassa Toscana, Lazio) stanno per inziare le consegne di nuclei a perdere per l’impollinazione delle serre ad un prezzo indicativo di 30-35 euro (esclusa l’IVA del 10%).
Nel mese di febbraio è stato pubblicato, come di consueto a conclusione della stagione produttiva, il Report andamento produttivo e di mercato per la stagione 2022 , che contiene dati e informazioni riguardanti l’andamento meteorologico, i numeri del settore, l’andamento delle produzioni e del mercato del miele e di altri prodotti dell’apicoltura, i consumi e lo scenario internazionale.
Non ci sono emergenze da segnalare.
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L’indagine produttiva ed economica viene effettuata dalla rete di rilevatori dell’Osservatorio tramite interviste mensili ad apicoltori professionisti su tutto il territorio nazionale.
L’andamento meteorologico viene elaborato con il supporto di Pierluigi Randi, meteorologo professionista.
La resa media (kg/alveare) per tipologia di miele è rilevata su un campione di alveari in produzione nelle province vocate.
Il prezzo del miele (€/kg) è riferito a transazioni avvenute sul mercato all’ingrosso ed è inteso Franco Produttore I.V.A. inclusa.
Il prezzo delle regine (razza ligustica) è I.V.A. esclusa.
Il prezzo degli sciami è I.V.A. esclusa e si riferisce a sciami su 5 telaini (di cui 3 di covata e 2 di scorte).
Il prezzo di propoli e polline è I.V.A. inclusa mentre quello della pappa reale è I.V.A. esclusa.
Il prezzo del servizio di impollinazione è riferito ad unità (alveare o nucleo) I.V.A. esclusa.