IL MIELE NEL MITO:
Gocce di poesia e di saggezza in tremila anni di cultura
Il rapporto dell’uomo con il miele si perde nella notte dei tempi e si colora di divino e di miracoloso. Nemmeno nella poesia più recente il miele perde un fascino che va ben oltre il cibo e ci parla di epopea dell’amore e di materialità dell’infinito, via via confrontando questo prodotto a quanto dì meglio si può aspirare e con il corpo e con l’anima.
La consapevolezza e anche la presunzione che ci deriva dalla scien- za che quasi tutto ci dice dell’ape, senza tuttavia svelare l’arcano mistero, non impedisca all’uomo moderno di assaporare tremila anni di cultura!
Allora perché non dirlo con Omero, Saffo, Virgilio, Catullo, Lorenzo il Magnifico, Pascoli, García Lorca e altri ancora?
Noi, fortunati, cittadini di questa bella Italia, abbiamo un orgoglio in più di cui andare fieri: oltre trenta monoflora e una infinità di millefiori. Sapori, aromi, gusti, consistenze e colori non si ripetono mai uguali. Col miele assaggi un nettare e vivi un sogno, oggi come allora! Perché a farlo è l’ape e non l’apicoltore… che il prezioso insetto va ad allevare per poi poterglielo rubare, senza nulla ag- giungere e nulla togliere.
L’apicoltore non è altri che il pastore d’api col compito sempre più difficile di saperla allevare e nutrire superando gli effetti del cam- biamento climatico e di un antropocentrismo che dovremmo rivedere con grande urgenza.