Le frequenti piogge e le temperature inferiori alla media che hanno caratterizzato il mese di maggio in gran parte della penisola hanno influito negativamente sulla produzione di miele di acacia. La fioritura della robinia, accelerata dalle alte temperature di fine aprile, è apparsa molto promettente ma le aspettative degli apicoltori sono state deluse a causa delle condizioni meteorologiche estremamente variabili caratterizzate da ripetute perturbazioni e basse temperature notturne e dalla ridotta scalarità della fioritura che ha diminuito i giorni utili per il raccolto. Va detto inoltre che a causa delle difficili condizioni di invernamento e della primavera tardiva, non tutte le famiglie erano sufficientemente forti per andare in produzione sull’acacia e ciò ha condizionato le rese produttive.
Al Nord, nonostante il maltempo, in alcuni areali è stato possibile ottenere rese abbastanza soddisfacenti, seppur inferiori alle produzioni attese. In Piemonte, si stimano rese medie di 15-20 kg/alveare nelle province di Alessandria, Biella, Novara e nella zona a sud di Torino, leggermente inferiori di 10-15 kg alveare in provincia di Cuneo, Vercelli e nel pinerolese (ovest di Torino), 10 kg/alveare nel comune di Verbania. In Lombardia, nella pianura pavese si stimano raccolti di meno di 10 kg/alveare, tra 10 e 15 kg/alveare nelle altre pianure del sud della regione, meglio in Brianza, nel fondovalle della Valtellina, nelle basse colline bresciane e bergamasche, nel comune di Varese e nell’alto Milanese dove le rese medie stimate sono di 15-20 kg/alveare. In Friuli Venezia Giulia si stima una media regionale di 23-25 kg/alveare, con picchi produttivi di 30-35 kg/alveare in provincia di Gorizia, medie di 20-22 kg/alveare in provincia di Pordenone, 10-15 kg/alveare nella zona di pianura della provincia di Udine, 20 kg/alveare in quella pedemontana, 15 kg/alveare in provincia di Trieste ma su un numero limitato di alveari. In Veneto la produzione è stata molto disomogenea stimata in circa 20 kg/alveare di media, considerando che alcune postazioni non hanno superato i 15 kg/alveare e altre hanno prodotto più di 25 kg/alveare. In Emilia Romagna al momento le produzioni stimate a melario si attestano su medie di 10-15 kg/alveare.
Al Centro, le produzioni sono state ostacolate da frequenti e intensi temporali. Nelle Marche la produzione è stata molto disomogenea, stimata in media di 5-14 kg/alveare, a causa di forti acquazzoni localizzati che hanno fortemente penalizzato alcune aree. Nella collina interna del maceratese e del fermano si è prodotto circa un melario di media. In Toscana si stimano raccolti di 5 kg/alveare in pianura, un melario alle quote più alte con punte di 20 kg ad alveare. In Umbria la produzione è stata molto scarsa e si è prodotto solo nelle zone non colpite da temporali dove la fioritura è stata di breve durata. Si stimano raccolti insignificanti di 2-3 kg/alveari in media.
Al Sud, la produzione di acacia è stata scarsa, in controtendenza rispetto agli scorsi anni. In Abruzzo la media stimata è di 10-15 kg/alveare. In Campania, le rese sono state basse un po’ in tutta la regione. Si stima una media di 8 kg/alveare con rare punte di 12-15 kg/alveare. In Calabria nelle zone vocate di Vibo Valentia Cosenza e Catanzaro i raccolti si sono attestati sui 10 kg/alveare. In Basilicata, in particolare nella provincia di Potenza, si è raccolto in media 5 kg/alveare di acacia per alveare.
Si confermano i dati preliminari della scorsa rilevazione di aprile, che testimoniano scarsissime rese per il miele di agrumi in tutto il Sud. Produzioni insignificanti in Sicilia, rese insoddisfacenti in Basilicata di 5-7 kg/alveare. In Campania, si stimano produzioni di 12 kg/alveare ma limitatamente alla provincia di Salerno dove non vi sono significative estensioni di agrumeti. In Calabria, la produzione media registrata su tutte le province è di circa 15 kg/alveare. In Puglia solo chi ha portato in anticipo le api sulla fioritura degli agrumi è riuscito ad ottenere picchi di 20-25 kg/alveare ma la media produttiva registrata nelle aree vocate della provincia di Taranto (comuni di Massafra, Palagiano e Castellaneta) è di 15 kg/alveare.
Stanno volgendo al termine i raccolti di miele di sulla ma nonostante una fioritura abbondante, uniforme e prolungata, i dati preliminari stimati a melario sono negativi. In Sicilia i raccolti sono stati molto magri per motivi ancora non ben identificabili, forse da ricercare nei ritardi nelle semine che prolungano il ciclo produttivo della sulla. In Campania si stima una produzione media di 15 kg/alveare, inferiore allo scorso anno. In questo caso a condizionare la produzione è stato il maltempo. In Molise i raccolti sono ancora in corso. In Calabria, nelle province di Reggio Calabria, Vibo Valentia, Cosenza e Catanzaro sono state ottenute produzioni di 12-13 kg/alveare. In Basilicata al momento si stimano rese inferiore al melario. Per avere i dati definitivi si dovrà attendere la rilevazione del prossimo mese.
In Sicilia si sono avute buone produzioni di miele di cardo stimate in circa 15 kg/alveare in provincia di Palermo, nella zona costiera e collinare del tirreno. In Sardegna, su tutto il territorio regionale, prevalentemente nelle zone pianeggianti, si stimano rese di 10 kg/alveare favorite dalle piogge che hanno prolungato il periodo di fioritura del cardo. In Calabria sono state ottenute medie di 8 kg/alveare nelle province di Vibo Valentia, Catanzaro e Cosenza.
In Valle d’Aosta è stato possibile produrre del miele di tarassaco con rese stimate a melario di 10-12 kg/alveare in media. Il dato si riferisce a tutto il territorio regionale ma per ottenere queste produzioni gli apicoltori hanno dovuto spostare gli alveari dal fondo valle a zone di maggiore altitudine. Sarà possibile avere un dato più accurato con la prossima rilevazione dopo la smielatura.
Con le prime smielature di millefiori primaverile riceviamo ulteriori dati su questa produzione che è stata penalizzata dal freddo tardivo. In Valle d’Aosta si stimano produzioni di 12-15 kg/alveare rilevate su tutto il territorio regionale. In Lombardia la media rilevata è di 5-10 kg/alveare così distribuita: nelle pianure del sud della regione medie tra i 3 e i 5 kg/alveare con punte di 10 kg/alveare in aree circoscritte del mantovano, in Brianza medie di 5-8 kg/alveare, in Valtellina 8 kg/alveare in fondovalle, 5 kg/alveare sui versanti, in provincia di Varese 6-12 kg/alveare. In Toscana e in Umbria il millefiori primaverile è stato per lo più consumato per lo sviluppo delle famiglie e gli sporadici raccolti sono poco significativi. Nelle Marche, i raccolti sono stati molto disomogenei con rese stimate in 3-7 kg/alveare. L’ampia forbice è stata determinata dalla differente forza delle famiglie nella fascia collinare interna delle province di Macerata e Fermo dove molti apicoltori non hanno raccolto mentre altri hanno avuto un raccolto decisamente oltre la norma soprattutto grazie al tempo favorevole della seconda metà di aprile.
Sono state rilevate le primissime transazioni di lotti di miele del 2018. Una partita di 30 q.li di miele di acacia è stata scambiata in Friuli Venezia Giulia a 8,8 €/kg (fusto) mentre una partita di 10 quintali di millefiori primaverile è stata scambiata a 6,5 €/kg (latta) in Lombardia.
In Veneto si registrano ancora scambi di miele millefiori di lotti del 2017 a prezzi compresi tra 5,9 e 6,4 €/kg (fusto).
Si segnalano alcuni scambi di polline: in Campania il polline fresco è stato venduto a prezzi compresi tra 15 e 25 €/kg (partite di 20-25 kg); in Veneto il polline deumidificato millefiori è stato scambiato a 19 €/kg (partita di 20-25 kg).
Il mercato delle regine è sempre molto attivo. I prezzi pervenuti per compravendite all’ingrosso di regine ligustica sono 12 €/cad di Campania, compresi nella forbice 13-15 € in Sicilia, tra 13 e 18 €/cad in Calabria e in Toscana, con prezzo prevalente di 15 €/cad.
Per quanto riguarda le compravendite di sciami il prezzo medio rilevato in Campania è di 75-90 €/cad con prezzo prevalente 80 €. Nelle Marche il prezzo medio di vendita è di 100 €/cad e in Toscana compreso nella forbice 90-120 € per il convenzionale con prezzo prevalente 110 €/cad, 100-160 €/cad con prezzo prevalente 120 €/cad per il biologico.
Per quanto riguarda l’impollinazione delle ortive, in Campania è attivo il servizio di impollinazione con api sulle colture di anguria sia in serra che in campo. Il servizio è offerto ad un prezzo compreso tra 45-55 € ad arnia.
Il parere degli addetti al settore sullo stato delle famiglie è in generale positivo. Le famiglie sono ben popolate senza problematiche sanitarie di rilievo ad eccezione della Campania e del Molise dove a causa del clima sfavorevole si registra un aumento delle patologie della covata quali peste europea ed americana. In Emilia Romagna non si sono ripetuti i casi di covata calcificata che avevano causato danni nella passata stagione. In Umbria si registra un aumento della presenza dei calabroni che rende necessaria l’installazione di trappole con la birra.
Numerose le segnalazioni di furti a partire dal comune di Oristano dove nei mesi di aprile e maggio sono stati sottratti un totale di circa 250 alveari in diverse postazioni. Anche in Toscana (provincie di Grosseto, Pistoia e Firenze) e in Umbria si segnalano furti intensificati dalle criticità produttive.
Continuano i danni derivanti dai trattamenti su colture estensive. In Lombardia nella pianura pavese, sono stati segnalati diversi casi di spopolamento in concomitanza con i trattamenti di pisello e frumento in fioritura. Nel cremonese nelle vicinanze di campi di mais è stato segnalato uno spopolamento a carico di circa 40 alveari. In Veneto invece le cause dello spopolamento a carico di 70 alveari su fioritura di acacia sono da ricercare nei trattamenti massicci dei boschi vicini ai vigneti contro le cavallette. Sempre in Veneto, trattamenti su colza in piena fioritura hanno determinato un forte calo di bottinatrici (tanto da dimezzare la produzione di acacia) su circa 70 alveari.
Prezzi all’ingrosso: miele* – sciami– regine, da apicoltura convenzionale, servizio di impollinazione
Regione di rilevazione | SCIAMI | REGINE | SERVIZIO DI IMPOLLINAZIONE CON NUCLEI ORFANI | |||
Min | Max | Min | Max | Min | Max | |
Nord-Ovest | – | – | – | – | – | – |
Nord-Est | – | – | – | – | – | – |
Centro | 90 | 120 | 13 | 18 | – | – |
Sud | 75 | 90 | 12 | 18 | 45 | 55 |
Isole | – | – | 13 | 15 | – | – |
* A causa delle limitatissime transazioni, non è possibile stimare gli intervalli di prezzi relativi al mercato del miele, per i dati non disponibili è possibile consultare le tabelle dei mesi precedenti.
NOTE
Il prezzo del miele (€/kg) è inteso Franco Produttore I.V.A. inclusa.
Il prezzo delle regine (razza ligustica) è inteso I.V.A. esclusa.
Il prezzo degli sciami è inteso I.V.A. esclusa e si riferisce a sciami su 5 telaini (di cui 3 di covata e 2 di scorte).
Il prezzo di propoli e polline è inteso I.V.A. inclusa mentre quello della pappa reale I.V.A. esclusa.
Il prezzo del servizio di impollinazione è riferito ad unità (alveare o nucleo) I.V.A. esclusa.
L’assenza di rilevazione, su una determinata piazza, significa che sulla stessa non sono state registrate transazioni.