Le intense gelate che si sono verificate all’inizio del mese di aprile e l’andamento meteorologico sfavorevole che ha caratterizzato il mese di maggio con basse temperature notturne e vento persistente, hanno compromesso irrimediabilmente le principali produzioni primaverili sulla generalità del territorio nazionale.
I danni causati dalle gelate dell’8-9 aprile hanno riguardato non solo le acacie in fase di germogliamento in gran parte del territorio nazionale, ma anche altre specie vegetali che avevano già sviluppato le prime gemme o erano in fioritura (ad es. ciliegio, melo, erica) con severe ripercussioni sui raccolti del mese di maggio.
Le acacie risparmiate dal gelo sono fiorite in ritardo rispetto alla norma e spesso in modo disomogeneo con infiorescenze rade, distribuite soprattutto nelle parti alte delle piante. Anche laddove la fioritura è stata abbondante, la resa in nettare è stata scarsa e l’attività delle api bottinatrici è stata ostacolata da una combinazione di fattori (basse temperature, soprattutto le minime notturne, venti secchi da sud-ovest, anomali per intensità e durata).
I raccolti di miele di sulla, essenza primaverile a fioritura tardiva che rappresenta una produzione importante per il Centro e per il Sud, sono ancora in corso. A causa del meteo incostante anche sul finire del mese, le rese stimate al momento sono piuttosto disomogenee e inferiori alle attese ma è ancora presto per tirare le somme.
L’assenza quasi totale di produzioni primaverili significative, compresa l’acacia al Nord e l’agrumi al Sud, ovvero i mieli che determinano il reddito delle aziende apistiche italiane, unita alla necessità diffusa su quasi tutto il territorio nazionale di alimentare le api con ogni mezzo (sciroppi zuccherini, candito, miele reimpiegato) per salvarle dalla morte per fame, rendono lo scenario apistico 2021 piuttosto drammatico con il rischio diffuso di perdita di aziende e patrimonio.
Si stanno configurando quindi per il settore le condizioni tipiche dello stato di calamità naturale sulla generalità del territorio nazionale. Osservatorio e Ismea forniranno entro la fine di giugno i dati quantitativi per la mancata produzione e la stima della perdita di reddito considerando anche i costi sostenuti per la nutrizione di soccorso.
In particolare la situazione nelle diverse aree geografiche:
Valle d’Aosta
Le condizioni meteorologiche non hanno permesso di ottenere produzioni di miele primaverile e in alcuni casi hanno reso necessario intervenire con la nutrizione di soccorso. Scarsi per il momento anche i raccolti di miele di tarassaco ma in alcune zone la fioritura non è ancora terminata e si avranno aggiornamenti sulle rese con la prossima rilevazione.
Piemonte
Praticamente azzerate le produzioni di miele di ciliegio e di tarassaco anche negli areali vocati. Rese nulle o quasi anche di miele di acacia in tutti gli areali. In sporadici casi è stato possibile ottenere qualche chilo di miele ad alveare ma solo a fronte di dispendiose nutrizioni.
Lombardia
La produzione di miele di acacia è stata scarsa in tutte le zone vocate. Nelle province di Varese, Pavia e a sud di Como i raccolti non hanno superato i 2 kg/alveare. In pianura, nella provincia di Brescia, Bergamo e nella zona a sud di Milano si sono raggiunte punte massime di 8 kg/alveare. Si stima una media regionale di 3,5 kg/alveare. Praticamente assenti anche le produzioni di millefiori primaverile. Qualche chilo ad alveare con punte massime di 4 kg/alveare è stato ottenuto in zone circoscritte alla pianura della provincia di Bergamo, Brescia, Cremona, Mantova e Milano Sud. Nella sola provincia di Mantova è stato possibile ottenere buoni raccolti di miele di colza, circa 27 kg/alveare in media. Si tratta tuttavia di una produzione di nicchia relativa ad un numero limitato di alveari.
Liguria
Azzerata la produzione di acacia in tutta la regione. Gli scarsi raccolti di miele di erica e millefiori primaverile sono stati consumati dalle famiglie in condizioni critiche di scorte e la scarsità di nettare ha costretto gli apicoltori ad intervenire con la nutrizione di soccorso.
Friuli Venezia Giulia
Si stimano rese di 7-8 kg/alveare di millefiori primaverile composto da nettari di tarassaco, colza e salice. Generalmente poco significativi i raccolti di miele di acacia, o di millefiori con prevalenza di acacia, di cui si riscontrano produzioni a macchia di leopardo dell’ordine di 2-3 kg/alveare al massimo.
Veneto
In tutta la regione i raccolti di miele di acacia sono stati scarsi e a malapena sufficienti per sostenere lo sviluppo delle famiglie. In diverse zone è stato necessario proseguire con gli interventi di nutrizione. Nella provincia di Rovigo, in zona costiera, è stato possibile ottenere qualche raccolto di miele di amorfa (dal nettare di Amorfa fructicosa) e miele di colza.
Trentino Alto Adige
I raccolti di miele di melo sono stati nulli. Nelle zone di fondovalle la fioritura del melo è stata danneggiata dalle gelate di inizio aprile, mentre nelle zone di montagna, dove la fioritura si è protratta fino ai primi 10 giorni di maggio, le api hanno raccolto nettare sufficiente solo a riempire i nidi e a sporcare appena i melari con del miele che è stato successivamente consumato dalle famiglie per il proprio sostentamento. Per quanto riguarda il miele di acacia, le fioriture nel fondovalle sono terminate senza raccolto. Anche le aspettative di resa sulla fioritura tardiva sopra i 400 m s.l.m sono scarse vista la carenza di scorte. Non si registrano produzioni di millefiori primaverile.
Emilia Romagna
Nella provincia di Piacenza, è stato possibile produrre circa 6 kg/alveare di acacia mentre nella provincia di Bologna le rese stimate non superano i 2-3 kg/alveare. Nonostante una discreta fioritura, condizioni di basse temperature e vento forte per molte giornate consecutive hanno ostacolato l’attività delle bottinatrici, rallentato lo sviluppo delle famiglie e compromesso i raccolti. Insignificanti le produzioni di tarassaco e millefiori primaverile. Sono in corso i raccolti di sulla e di coriandolo in ristrette zone vocate.
Toscana
Gli effetti delle gelate di inizio aprile sulle acacie, ma anche su diverse altre essenze nettarifere, sono stati particolarmente intensi in pianura e collina fino a circa 400 metri. Si stima che la fioritura di più dell’80% delle piante di acacia sia stata compromessa e anche laddove le infiorescenze sono state risparmiate dal gelo la resa in nettare è stata scarsa o nulla. Azzerata dunque la produzione di miele di acacia in tutta la regione. L’assenza di fiori nettariferi su cui bottinare e la combinazione di condizioni meteo sfavorevoli per un periodo di tempo prolungato (basse temperature, numerose giornate con venti forti e costanti) hanno ridotto le famiglie allo stremo e richiesto un notevole impegno da parte degli apicoltori nel fornire con costanza del nutrimento artificiale.Le uniche produzioni ottenute finora si riferiscono ai raccolti precoci di inzio stagione di erica e millefiori primaverile in zone molto circoscritte sulle isole, sulla costa e in alcune zone interne del senese e del fiorentino. Tuttavia, spesso questi raccolti sono stati restituiti alle famiglie come nutrimento di emergenza. I raccolti di miele di sulla sembrano essere in parte stati compromessi dalle condizioni delle famiglie e dall’instabilità del tempo, ma la fioritura tardiva è ancora in corso e c’è ancora la possibilità di ottenere qualche produzione nelle zone vocate.
Marche
Le gelate di inizio aprile hanno compromesso la fioritura dell’acacia nei fondovalle. Le basse temperature, il continuo vento e la mancanza di pioggia hanno praticamente azzerato la produzione di acacia. In alcune zone vocate del Maceratese si sono prodotti 6-8 kg/alveare di millefiori primaverile. In gran parte del territorio gli apicoltori sono intervenuti con nutrizioni di soccorso per tutto il mese di maggio.
Lazio
La produzione complessiva di millefiori primaverile ammonta a circa 6 kg/alveare. Non si registrano raccolti di miele di acacia.
Umbria
Non si registrano produzioni nel mese di maggio. Fioriture stentate e carenti di nettare a causa delle gelate di inizio aprile e del tempo freddo e ventoso hanno portato le famiglie alla fame e costretto gli apicoltori a intervenire con quantità rilevanti di nutrimento di soccorso.
Abruzzo
In provincia di Chieti è stato possibile ottenere qualche chilo di miele di acacia, stimabile tra i 3 e i 5 kg/alveare. Il raccolto non è del tutto terminato ma si stima una produzione di miele di sulla di circa 9-10 kg/alveare.
Molise
Non si registrano produzioni di acacia e millefiori primaverile. I raccolti di miele di sulla sono in corso ma le aspettative sono di rese non oltre i 10 kg/alveare.
Campania
Nulli i raccolti di millefiori primaverile. Le basse temperature e diverse giornate consecutive con forte vento hanno compromesso anche i raccolti di miele di acacia le cui rese si attestano tra i 0 e i 5 kg/alveare, in prevalenza sui 2 kg/alveare. Andrà verificata la corrispondenza di questi mieli, talvolta un po’ scuri, agli standard di qualità per questo monoflora. Nei mesi precedenti sono stati registrati raccolti di miele di erica con rese medie di 7 kg/alveare e punte di 9 kg/alveare. In pochissimi areali estremamente circoscritti, è stato possibile produrre del miele di agrumi, circa 9 kg/alveare. I raccolti di miele di sulla sono in corso ma le aspettative sono di rese inferiori ai 10 kg/alveare.
Basilicata
Si confermano le scarse rese di miele di agrumi, anticipate nella rilevazione precedente. Si stimano rese di circa 3-4 kg/alveare di miele di agrumi, talvolta di colore scuro e pertanto da valutare per quanto riguarda le caratteristiche di unifloralità. Anche i raccolti di miele di sulla sono stati inferiori alle attese, in media di 8-9 kg/alveare. La sulla è andata tuttavia a comporre il millefiori primaverile insieme ad altri nettari di piante erbacee con rese discrete di 15-18 kg/alveare.
Puglia
Dopo l’annata scorsa di produzioni eccezionali, la Puglia fa registrare rese medie di soli 5-10 kg/alveare di miele di agrumi nelle zone vocate della provincia di Taranto (Ginosa, Castellaneta). In tutte le province, ad esclusione della provincia di Bari, anche se in modo piuttosto disomogeneo, è stato possibile produrre circa 15-18 kg/alveare di millefiori primaverile. In provincia di Bari, zona vocata alla produzione di miele di ciliegio, il maltempo primaverile ha consentito di raccogliere soltanto circa 4-5 kg/alveare di ciliegio o millefiori con prevalenza di ciliegio. Nel mese di giugno saranno disponibili le rese del miele di coriandolo per il quale ci sono buone aspettative.
Calabria
Nella zona di Corigliano-Rossano si registrano rese di circa 4 kg/alveare di miele di agrumi. Nulle le produzioni nella piana di Gioia Tauro e nel resto della provincia di Reggio Calabria. Si stimano rese di 4 kg/alveare di miele di acacia prodotte nelle pianure vocate della provincia di Vibo Valentia. Alle quote più alte (800-900 m) la fioritura è ancora in corso ma il meteo incostante non fa sperare in produzioni significative. In ritardo le fioriture di sulla e millefiori per le quali si avranno notizie con la prossima rilevazione.
Sicilia
La produzione di miele di agrumi è stata praticamente azzerata in tutta la regione. Per quanto riguarda la produzione del miele di sulla le rese sono state altrettanto disastrose. In particolare nelle aree naturalmente vocate alla produzione del miele di sulla (ennese, calatino e gran parte della provincia di Palermo) la media si aggira intorno ai 3-4 kg per alveare. Solo in piccolissime aree del palermitano apicoltori riportano medie di 8-10 kg/alveare. Si tratta di un dato da confermare poiché la produzione è stata estremamente disomogenea e non sono mancate anche zone dove non è stato possibile ottenere alcun raccolto. Alla instabilità climatica con frequenti abbassamenti termici soprattutto nelle ore notturne, nelle aree interne di collina e di montagna, si aggiunge la riduzione delle superfici coltivate per cui la maggior parte dei raccolti derivano da sulla spontanea che ha una resa nettarifera complessivamente inferiore, non sempre sufficiente a produrre miele classificabile come uniflorale di sulla.
Sardegna
In nessuna delle aree regionali investite ad agrumeto è stato possibile ottenere produzioni significative. A smielatura avvenuta, si stimano rese da 0 a 3 kg/alveare di miele di agrumi, talvolta con presenza di altri nettari che potrebbero declassificare la produzione da monoflora di agrumi a millefiori. Per quanto riguarda le altre produzioni primaverili è stato possibile raccogliere circa 8-15 kg/alveare di miele di cardo nelle zone vocate della Sardegna meridionale e 5-10 kg/alveare di sulla nel Medio Campidano e nella Marmilla.
Non si registrano scambi di miele sul mercato all’ingrosso. Si segnala qualche primo scambio di miele in latte da 25 kg tra apicoltori ma a causa della situazione produttiva estremamente negativa si tratta per il momento di eventi sporadici.
Il mercato degli sciami ha subito un rallentamento rispetto al mese di aprile ma la richiesta di nuclei è rimasta comunque alta fino alla metà di maggio, segno di una costante crescita del settore nonostante le tante difficoltà. I prezzi di vendita degli sciami sono invariati rispetto alla rilevazione precedenti (prezzi per sciami convenzionali compresi tra i 110 e i 120 €/cad al Nord, 90 e 100 €/cad al Sud, tra i 90 e i 125 €/cad in Sardegna; prezzi medi degli sciami certificati biologici 125 €/cad).
In linea con il mese precedente le regine vengono quotate a prezzi compresi tra 12 e 15 €/cad in Campania, tra 15 e 18 €/cad in Sicilia, Calabria e Sardegna. Si segnala in alcune zone qualche difficoltà nelle fecondazioni dovuta al maltempo e alla presenza di uccelli gruccione predatori di regine.
In Sardegna il polline fresco millefiori (partite comprese tra 10 e 20 kg) viene venduto a prezzi compresi tra 25 e 30 €/kg.
La situazione delle famiglie è estremamente eterogenea e condizionata dalla disponibilità di fonti di nettare che in diverse zone sono mancate per periodi prolungati. Nonostante gli sforzi degli apicoltori nell’assistere le famiglie con l’alimentazione di soccorso, le basse temperature hanno anche influito sui cicli di covata rallentando lo sviluppo delle famiglie. Verso la fine del mese con l’aumentare delle temperature è stata registrata una generale ripresa ma in alcune zone sono perdurate le criticità relative alla mancanza di flussi nettariferi ed è stato quindi necessario continuare a nutrire. Il timore è che ciò condizioni anche i successivi raccolti estivi.
In Piemonte si segnala il furto di alcuni alveari nel biellese.
Il prezzo del miele (€/kg) è inteso Franco Produttore I.V.A. inclusa.
Il prezzo delle regine (razza ligustica) è inteso I.V.A. esclusa.
Il prezzo degli sciami è inteso I.V.A. esclusa e si riferisce a sciami su 5 telaini (di cui 3 di covata e 2 di scorte).
Il prezzo di propoli e polline è inteso I.V.A. inclusa mentre quello della pappa reale I.V.A. esclusa.
Il prezzo del servizio di impollinazione è riferito ad unità (alveare o nucleo) I.V.A. esclusa.
L’assenza di rilevazione, su una determinata piazza, significa che sulla stessa non sono state registrate transazioni.