Concorso 3 Gocce d’Oro con numeri da primato, buone pratiche agricole per salvare impollinazione e api, gestione del rischio in apicoltura, legislazione apistica regionale e dello Stato, i mieli italiani nel mercato globale. Ecco i punti salienti affrontati dall’Osservatorio con l’apporto determinante del Ministero delle Politiche Agricole, di CREA-Economia agraria, di CREA-Api, di Ismea, di diverse Regioni italiane e di molti esperti dal mondo dell’impresa.
1124 mieli partecipanti, 426 i premiati: 16 con 3 gocce, 158 con 2 e 252 con una goccia.
Sono questi i grandi numeri della 38a edizione del concorso Grandi Mieli d’Italia – 3 Gocce d’Oro. Numeri che non hanno bisogno di alcun commento e che descrivono con concretezza l’efficace azione di monitoraggio e di miglioramento della qualità dei mieli che l’Osservatorio svolge in Italia. I mieli sono stati analizzati dal punto di vista chimico-fisico e merceologico dai laboratori Floramo di Cuneo e Piana Ricerca e Consulenza di Castel San Pietro Terme che hanno dato prova di una grande capacità organizzativa e analitica. È stata poi svolta l’analisi sensoriale, per la quale sono stati reclutati 75 esperti iscritti all’albo nazionale degli assaggiatori, riuniti in 15 giurie, coordinate da Lucia Piana. La pubblicazione dei dati e la consegna dei riconoscimenti è avvenuta domenica 16 settembre a Castel San Pietro Terme.
Un buon avvio per la sezione “Mieli da apicoltura biologica”, organizzata in collaborazione con Italiabio, con 66 apicoltori e 170 mieli, di cui ben 83 premiati.
Oltre al monitoraggio e al miglioramento della qualità dei mieli, sono stati di grande rilievo gli approfondimenti che hanno riguardato gli altri temi importanti dell’apicoltura italiana, assumendo i caratteri di una vera e propria convention del settore con la partecipazione della filiera e delle istituzioni competenti.
Nelle giornate di venerdì 14 e sabato 15 settembre si è svolta infatti un’intensa attività seminariale per l’approfondimento e il confronto sui temi apistici di più stretta attualità, affrontati sia dal punto di vista tecnico-scientifico che da quello politico-istituzionale.
In primo luogo è stato approfondito il tema delle BUONE PRATICHE AGRICOLE per garantire l’impollinazione e salvaguardare le api. L’Osservatorio coordina il tavolo tecnico istituito presso il Ministero delle Politiche agricole per l’attuazione dell’intesa nazionale sulle buone pratiche stipulata fra apicoltori, agricoltori e altri protagonisti della filiera.
Con le conclusioni di Alessandra Pesce, Sottosegretario al Ministero delle politiche agricole si è potuto confermare l’entità dei risultati raggiunti, in termini soprattutto di cambiamento positivo del clima nel quale avviene il confronto, tuttavia persistono criticità dovute a pratiche improprie e anche contrarie alla legge per cui nelle campagne occorre svolgere ancora tanto lavoro di divulgazione delle buone pratiche presso i tecnici agricoli e gli agricoltori.
Sono stati poi affrontati problemi che gravano sull’ECONOMIA e sull’IMPRESA APISTICA con particolare riferimento al mancato reddito dovuto al cambiamento climatico in atto.
Con interventi particolarmente impegnati del Ministero delle Politiche Agricole, del Crea-Economia e di esperti in gestione del rischio sono stati affrontati i temi posti dall’Osservatorio riguardanti le potenzialità economiche dell’apicoltura italiana e i fattori limitanti che pesano negativamente sul settore. Al centro il fenomeno del mancato reddito per le avversità meteoclimatiche accentuate dal cambiamento climatico in atto. L’apporto del dirigente del Ministero, responsabile in materia di gestione del rischio, il supporto di Crea-Economia, i suggerimenti dell’esperto in materia assicurativa agricola e i riferimenti europei forniti dall’On. Paolo De Castro hanno consentito di individuare un percorso utile ad affrontare il problema dell’accesso al regime assicurativo sostenuto dal PAAN e ad eventuali fondi mutualistici.
Il Sottosegretario, dott.ssa Alessandra Pesce, nel suo secondo intervento ai lavori ha potuto prendere atto degli elementi emersi e condividere l’esigenza di un piano strategico nazionale che faccia leva sull’adeguamento normativo e sulla riformulazione del documento programmatico per l’apicoltura a cui finalizzare l’utilizzo dei fondi dell’OCM miele.
Sulla LEGISLAZIONE IN MATERIA APISTICA, dopo un confronto molto approfondito fra le associazioni, il Ministero, le Regioni Campania, Toscana ed Emilia-Romagna è stata condivisa l’esigenza di adeguare le leggi regionali che non sono ancora state attualizzate e la legge dello Stato (L.313/2004) al fine di fornire il necessario coordinamento normativo cornice.
Sul tema: “QUALITÀ DEL PRODOTTO E MERCATO DEL MIELE IN ITALIA”, dopo l’introduzione con la quale l’Osservatorio ha evidenziato i valori produttivi, i dati di consumo e le opportunità derivanti da un patrimonio di mieli unico al mondo in termini di qualità e distintività, l’intervento di ISMEA ha dato un contributo molto significativo di dati e studi che confermano lo scenario annunciato, le opportunità ed anche i limiti da superare. Fondamentale anche l’intervento delle imprese presenti che hanno evidenziato le difficoltà derivanti dalla presenza sul mercato globale di miele a prezzi molto bassi, tali da rendere difficile la collocazione del prodotto italiano
Scarica tutte le slide dei relatori dei seminari e guarda le foto