Pubblicati di recente sulla rivista scientifica PlosOne i risultati di due anni di attività (2009-2010) della rete nazionale di monitoraggio della salute delle api (è possibile leggere e scaricare il testo completo dello studio qui).
In seguito a mortalità consistenti ed estese, nel 2008 è stata istituita una rete di monitoraggio su scala nazionale, composta da circa 100 apiari, per ciascuno dei quali sono stati seguiti 10 alveari, controllati 4 volte all’anno da esperti apistici referenti della rete nelle diverse regioni coinvolte.
L’attività di monitoraggio, condotta dal CREA-Api, DipSA, IZS-Ve e SIAN, è stata realizzata tramite ispezioni in apiario e analisi di campioni per determinare l’infestazione da patogeni quali Nosema ceranae e numerosi virus (ABPV, CBPV, IAPV, , KBV, BQCV, DWV e SBV), la presenza di residui di prodotti fitosanitari in api, cera e polline e il contenuto proteico del polline. I dati pubblicati mostrano una presenza di N. ceranae diffusa e consistente, fino al 69% di campioni positivi; SBV, BQCV e DWV sono stati invece i virus più frequentemente ritrovati. La presenza di residui di fitofarmaci è risultata molto diffusa in tutte le matrici analizzate, in particolare nella cera, e dovuta principalmente a piretroidi e organofosforici, impiegati in agricoltura e per il controllo della varroa.
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I dati restituiscono un quadro dettagliato dell’andamento dei fattori monitorati (patologie, contaminazione da pesticidi e valore nutritivo del pane d’api) evidenziando tendenze legate all’area geografica e al periodo dell’anno. Anche sul rapporto tra apicoltura e agricoltura, la rete ha fornito interessanti informazioni. La contaminazione da pesticidi rilevata nelle api è risultata correlata con la mortalità delle colonie nel 2010 e in entrambi gli anni di monitoraggio la mortalità di alveari è stata più consistente in corrispondenza di apiari circondati da un’alta percentuale di aree agricole. Questi risultati indicano un’incidenza delle attività agricole sulla salute delle api, in particolare durante il periodo primaverile durante il quale il rischio di avvelenamenti è maggiore.
La rete di monitoraggio italiana è una delle più estese in Europa e fornisce importanti informazioni sullo stato di salute delle api da miele. La rete descritta nell’articolo è stata successivamente ampliata a partire dal 2011 nell’ambito del progetto Beenet, aumentando considerevolmente il numero degli alveari monitorati (per un quadro d’inseme del progetto Beenet, leggi qui).